Szépművészet 2. (1941)

1941 / 2. szám - Bildende Kunst-Belle Arti

BILDENDE KUNST * BELLE ARTI Zoltán Nagy: Kunstwochen is Pécs. Die von Kultus­minister Bálint Hóman im Jahre 1938 angeregten und seitdem in mehreren ungarischen Städten veranstalteten Kunst­wochen verfolgen das Ziel, das in den letzten Jahrzehnten in der Hauptstadt des Landes, in Budapest zentralisierte geistige und künstlerische Leben zu dezentralisieren. Henrik Horváth 1888—1941. Nach einer Krankheit von einigen Monaten verstarb jung und mit tragischer Plötzlich­keit der genannte hervorragende und durch seine kunst­geschichtlichen Arbeiten auch im Auslande anerkannte Ver­treter der ungarischen Wissenschaft. István Csabai: Neuere Studien über die ungarische Renaissance. Die italienische Renaissance bürgerte sich jen­seits der Alpen zuerst in Ungarn ein. Einen glänzenden und grosszügigen Nachweis dieser These finden wir in den Werken Henrik Horváths „II rinascimento in Ungheria“ und in „Mátyás­kori magyar művészet“ (Ungarische Kunst im Zeitalter Mat­thias), ferner in einigen neueren, von anderen Verfassern stam­menden Studien übet die ungarische Kunst der Renaissance. Ervin Ybl: Die Kunst des Miklós Ybl. Zur 50. Jahreswende seines Todes. Der Stadt Budapest prägten in der ersten Hälfte des vorigen Jahrhunderts der Neoklassizis­mus und im dritten Drittel des Jahrnunderts die Neo-Renais­­sance am stärksten ihren Stempel auf. Der führende Meister der Neo-Renaissance war Miklós Ybl. Er ging von der Romantik der Jahrhundertmitte aus und die von ihm erbaute Kirche in Fót ist eine der frühesten und schönsten Früchte dieser Richtung. Er ging schrittweise zur Neo-Renaissance über. Die Wandlung wurde zum Teil durch mittelalterliche, zum Teil durch antike Formen vermittelt. Seine frucht­barste Zeit fiel in die siebziger Jahre. Damals entwarf er seine Meisterwerke, darunter das kgl. ung. Opernhaus. Pál Voit: Architektur und bäuerliche Baukunst. Die ungarische bäuerliche Baukunst wurde im Laufe der Jahrhunderte nicht nur aus eigenen Quellen gespeist, sondern verspürte stets auch den Einfluss der herrschenden Baustile der Zeit. Die Erforschung dieser Zusammenhänge steht noch in ihren Anfängen und die vorliegende Studie ist ein erster Versuch in dieser Richtung. Elemér Kőszeghy: Ungarische Glocken. Die ältesten ungarischen Glocken sind seit Ende des 13. Jahrhunderts auf uns geblieben. Ihre Verzierung bestand anfangs nur in der Aufschrift, später tauchten auch dekorative Verzierun­gen und figurale Darstellungen auf, die in den Fährten der grossen Stile wandelten, oft aber auch spezifisch ungarische Eigenart zum Ausdruck brachten. Miklós Csánky: Mitteilungen aus dem National­museum. Verfasser behandelt acht bisher noch nicht pub­lizierte bezw. nicht genau beschriebene, oder irrtümlich gedeutete Gegenstände des Nationalmuseums, indem er die bezüglichen Feststellungen durch neue Angaben erweitert, bezw. diese berichtigt. Unter den Denkmälern ragen das aus mehreren Stücken zusammengestellte Fragment des Steinwap­pens der Stadt Buda und das Grabmal von János Gróf hervor. János Dáloky: Der Stiefbruder der Künste: Der Film. Der Film weist auch schon bisher beispiellose Erfolge auf und verwertete im Aufbau und in der Anordnung der Bilder oder in der Ausstattung mehrere Prinzipien der schönen Künste, dennoch wird er auch heute noch als der Stiefbruder der Künste angesehen. Zoltán Nagy: Settimane d'arte a Pécs. Le Settimane d'Arte, isti tui te nel 1938 dal Ministro della Pubblica Istru­­zione Bálint Hóman e che da quella data in poi sono state organizzate in piü cittá dell'Ungheria, hanno lo scopo di decentralizzare la vita intellettuale ed artistica ungherese ehe troppo si era accentrata nella capitale del paese. Henrik Horváth 1888—1941. Dopo alcuni mesi di degenza, eppure in modo tragicamente inaspettato é venuta a mancare alia vita scientifica ungherese una delle sue figure piü spiccate, nota anche all'estero tra i cultori della storia artistica. István Csabai: Studi recenti sul Rinascimento ungherese. II Rinascimento italiano si affermö öltre'Alpe innanzitutto in Ungheria. Questa tesi si trova irrefutabilmente confermata negli studi „II Rinascimento in Ungheria“ e „L'Arte Ungherese au tempi di Mattia Corvino“ di Henrik Horváth e in alcuni altri scritti dedicati all'arte ungherese del Rinascimento e dovuti ad altri autori. Ervin Ybl: L'arte di Miklós Ybl. (Nel cinquantesimo anniversario della sua morte.) L'aspetto architettonico di Budapest porta le impronte soprattutto del neoclassicismo e dello stile neorinascimentale, fioriti il primo nella prima meta e il secondo nella seconda meta dell'Ottocento. L'architetto piü significativo del neorinascimento fu Miklós Ybl, che traendo le sue radici dal romanticismo in voga sulla meta del secolo, ottenne il suo primo successo con la chiesa di Fót. Il suo lento passaggio dalle forme romantiche a quelle rinascimentali si é compiuto attraverso lo studio delle forme antiche e medioevali. Il suo periodo piü fecondo coincide col terzultimo decennio dell'Ottocento. Da quell'epoca provengono i suoi capolavori tra cui il Teatro Reale dell’Opera di Budapest. Pál Voit: Arte architettonica e architettura rurale. L’architettura rurale ungherese si é sviluppata durante i secoli non soltanto nel suo proprio ambito e dal suo proprio seno, ma subiva sempre l’influsso delle correnti stilistiche uni­versali. L'indagine scinetifica al riguardo non é ancora ehe agli inizi, il presente articolo ha voluto appunto compiere il primo passo. Elemér Kőszeghy: Campane ungheresi. Le campane ungheresi piü antiche ehe ci siano pervenute risalgono alia fine dei Dugento. Decorate in un primo tempo dalia sola iscrizione mostrano in seguito pure altri motivi di decorazione e anzi delle figure. La" decorazione delle campane segue fedelmente le correnti stilistiche, pur esprimendo spesse volte caratteri decorativi prettamenti magiari. Miklós Csánky: Comunicazioni dal Museo Nazio­­nale. L’autore si occupa di otto oggetti d'arte esistenti nel Museo Nazionale di Budapest non ancora o erroneamente trattati, retificandone o completandone la documentazione. Tra questi oggetti vanno ricoradti il frammento, composto di piü pezzi di uno stemma in pietra di Budapest e la lapide di Giovanni Gróf. János Dáloky: Il cinematografo fratellastro delle arti. Il cinematogräfo, dopo aver adottato piü d'un principio estetico delle arti figurative nella composizione, nello sceneggia­­mento e nelle quiente, puö vantare giä notevoli successi: ciö nonostante é considerato fratellastro delle arti. Perché possa realizzare tutte le sue magnifiche possibilitä, esso ha bisogno dell'interessamento degli artisti e in primo luogo dei pittori. A szerkesztésért és kiadásért felelős vitéz Nagy Zoltán dr. — 36.027. — Kir. Magyar Egyetemi Nyomda Budapest. (F.: Thiering Richárd.) MAGfe wmw. ««K umwj

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