Szépművészet 3. (1942)

1942 / 5. szám - Bildende Kunst - Belle Arti

BILDENDE KUNST * BELLE AR TI Tibor Gercvich: Die Kunstpolitik Matthias Corvi­nus. Die Verdienste Königs Matthias auf dem Gebiet der Kunst werden nicht durch das ihm üblicherweise angehängte Attribut „Mezän“ erschöpft. Er war mehr als ein freigiebiger Kunstfreund. Er verstand sich auf die Kunst, liebte und erlebte sie mit Leidenschaft, sie war Bestandteil seiner Lebensform und Weltanschauung. Die Kunstliebe gehörte zu der kenn­zeichnendsten Zügen seiner Persönlichkeit, wie sein poli­tischer Scharfblick, sein Feldherrentalent, sein persönlicher Mut, seine Gerechtigkeitsliebe, die Schätzung der Wissen­schaften, wie seine trotz der Rezeption und begeisterten Förderung des modernsten Kulturideal seiner Zeit, der mit dem Heidentum liebäugelnden Renaissance tief und lauter lebendige Religiosität. Er betrachtete die Kunst weder als Luxus, noch als rein königliches Vergnügen. Die Förderung der Kunst machte er zu einem Regierungsprogiamm. Er wandte sie als ein wirksames Mittel der Bildung seines Volkes, der Verfeinerung des Geschmacks, der Hebung der Kultur, der Eingliederung in Europa und der Erhöhung des inter­nationalen Ansehens des Ungartums an. Der Fortschritt ist eine tausendjährige Überlieferung der ungarischen Kunst. Sie vermochte auch in den schwierigsten Epochen ihrer Geschichte mit der europäischen Stilentwick­lung Schritt zu halten. In glücklichen Zeiten, wie gerade im Zeitalter Matthias, stand sie in der vordersten Linie der euro­päischen Kunst. Sie nahm die Renaissance, die modernste Ströhmung der damaligen europäischen Kunst—abgesehen von Italien wo sie entstanden ist, und von wo aus sie ihren Sie­geszug antrat — als erste auf und kam damit in der Kunst eine führende Rolle spielenden Ländern, Deutschland, Frankreich oder Holland zuvor. Zur Zeit Königs Matthias war jenseits der Alpen Ungarn die zweite Heimat der Renaissance-Kunst und im Schloss Buda entstand ein glänzender, an Pracht mit den Medicis und Sforzas wetteifernder Renaissance-Hof. Die Ver­wandlung der aus Italien verpflanzten neuen zeitgemässen Kunst: der Renaissance setzte bereits in Zeit und in seinem Hof ein, um sich dann in den nachfolgenden zwei Jahrhunder­ten, insbesondere in Oberungarn und Siebenbürgen, die von der türkischen Besetzung verschont blieben, in eine besondere ungarische Form zu kleiden. Die ungarischen Gehilfen der von Matthias ins Land gerufenen italienischen Künstler eig­neten sich die peue Formsprache an. Im Lichte der neueren ungarischen kunstgeschichtlichen Forschung tritt die tradi­tionelle Auffassung von den ungarischen Künstlern der Zeit Matthias' zurück und entsteht ein neues treffenderes und vollkommeneres Bild. In der Kunst des Zeitalters Matthias’ fiel zwar eine grosse Rolle dem neuen Renaissancestil zu, dieser war aber mit jener Kunst nicht identisch. Matthias ver­warf des neuen Stils zuliebe nicht den alten traditionellen Stil, die Gotik. Er liess die bereits begonnenen Bauten, die nach ihm benannte Kirche im Schloss Buda, die Matthias- Kirche, den Kassaer St. Elisabet-Dom, die Kolozsvárer St. Michaels-Kirche und die Burg von Diósgyőr im ursprüngli­chen Stil vollenden. Manche neue Bauten, wie in Kolozsvár die Franziskaner-Kirche, liess er im gotischen Stil entwerfen. Das Zusammenleben der Renaissance mit der Gotik und ihre Vermischung kann nicht nur in der Architektur, sondern auch in der Bildhauerkunst und Malerei des Zeitalters Matthias' beobachtet werden. Als daher Matthias in Ungarn den zeit­gemässen neuen Renaissancestil einführte, riss er nicht die Tibor Gerevich: La politica d'arte di Mattia Corvino. II merito del re Mattia non viene esaurito del tutto dall'attri­­buto di mecenate. Egli era piü di un mecenate di larga mano. Egli s'intendeva dell'arte, l'amó, la visse con passione, essa apparteneva strettamente alia sua visione del mondo. Questo era uno dei tratti piü caratteristici della sua personalitá, come anche la sua chiaroveggenza politica, il suo talento di stratéga, il coraggio personale, il sentimento della giustizia, 1'amore per le scienze, l’accettazione e la promozione dei rinascimento, di questo movimento spirituale e culturale piü moderno della sua epoca, nonché la sua profonda religiositá. Egli non consi­­deró mai l'arte un semplice lusso o passatempo. La sua pro­mozione divenne per lui un programma di governo, e con ciö mirava all'elevazione della cultura del popolo. La tradizione millenaria dell’arte ungherese é il progresso. Essa non rimase mai indietro di fronte alio sviluppo dello stile europeo, nemmeno nelle epoche piü awerse della sua sorte. E in tempi fortunati come quelli del re Mattia l'arte ungherese camminava in príma linea. L'indirizzo piü moderno dell'arte europea d'allora, il Rinascimento egli lo accolse per primo in tutta l’Europa e cosl ha prevenuto dei paesi ehe nell'arte ebbero una parte di primissimo ordine, come la Germania, la Francia ed i Paesi Bassi. Ai tempi di Mattia l'Ungheria era la seconda patria dell’arte rinascimentale e la fortezza di Buda era irradiata dallo splendore di questa corte piü fulgida del Rinascimento che gareggiava con quelle dei Medici e degli Sforza. La tras­­formazione di questa nuova arte incominció giá nella sua corte per assumere poi nel corso dei due secoli seguenti una speciale forma ungherese sopratutto nell'Alta Ungheria e in Transil­­vania risparmiate dalia dominazione turca. Nella luce delle nuove ricerche ungheresi di storia dell'arte l'opinione tradi­­zionale ehe si ebbe dell’arte ungherese dell’epoca di Mattia perde molto della sua importanza e dá posto ad un imma­­gine del tutto nuova, piü completa e piü conforme alia veritä. Nella nostra arte dell'epoca di Mattia ha una parte importante il nuovo stile del Rinascimento. Ma solo per ció egli non rinun­­ziö di coipo al gotico, al vecchio stile considerato allora tradi­zione. Le costruzioni giá incominciate le fece terminare nello stile originario come la chiesa di Sant’Elisabetta di Kassa, la chiesa di San Michele di Kolozsvár e la fortezza di Diósgyőr. E piü di una delle costruzioni nuove vennero anche progettate, come la chiesa dei francescani a Kolozsvár, nello stile gotico. La convivenza del Rinascimento col vecchio stile la possiamo notare non solo nell'architettura, ma anche nella scultura e nella pittura. Quando dunque il re Mattia introdusse nella nostra patria il nuovo stile del Rinascimento, lo fece solo gra­­datamente come dimostrano gli esempi ora menzionati. Márton Roska: Il Museo Nazionale di Transilvania. La prima epoca della sua storia, cominciata nel 1859 con la creazione deli Associazione Museo Transilvano, dura fino al 1899. Durante questo tempo la maggior parte dei materiale viene raccolta dai doni offerti. Il cosiddetto Inventario Antico del Museo conta nel 1899 10.194 pezzi, la raccolta di medaglie 18.600 e la pinacoteca 200 pezzi. La seconda epoca venne aperta da Béla Posta nominato allora direttore dei Museo e professore d'archeologia all'universitá di Kolozsvár. Questa epoca duró fino alia sua morte awenuta il 16 aprile 1919, data ehe coincise coll'occupazione rumena. Si unisce al suo nome 1'ordinamento dei potente materiale, arricchito ancora

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