XXXVI Biennale (Venezia, 1972)

Gli antichi peruviani, non conoscendo affatto le scritture, ignoravano le menzogne, i sotterfugi e la letteratura. Nel linguaggio orale, fluido e materialmente instabile, mentire, tergiversare e alterare, altro non era che creare, trasfigurare e scoprire; linguaggio e lingua puri erano dunque, i creatori del mito. Favolosi teoremi verbali che l’esperienza quotidiana non è capace di contenere che in modo frammentario. Misere briciole del banchetto celeste. Per il domani, se qualche cosa doveva restare, se il cielo aveva qualche utilità sulla terra, gli scribi del tempio, i Kipukamayos, immobilizzarono in uno o più gesti manuali l’entità dell’argomento. Così nacquero i sistemi di corde e di nodi colorati, utili in origine, autentiche schede statistiche di raccolti, misure agrarie, zone di irrigazione, censimenti territoriali ecc. Solamente più tardi, dalle dita degli scribi e dei sacerdoti del sole, apparve il poema. Non fu forse la divina fragilità del mito di nuovo sceso in terra, a spaventare gli indios iniziati ai giuochi delle cordicelle? Sapevano forse questi ciò che le forme geometriche racchiudevano? In questa sintassi inutile, nella gratuità di questa matematica, si nascondevano perfino le leggi della creazione. Nessun calcolatore della XX generazione, o posteriore ad essa, sarebbe capace di decifrare, con migliaia di anni di lavoro continuo, ciò che un solo nodo colorato nascondeva nel suo seno impenetrabile. Nella brillante nudità concettuale di questo gesto, vibrava l’unità fondamentale del creato. Ecco un quadro dei principali elementi sparsi nelle migliaia di nodi del poema, nei quali i colori primari e contraddittori, non-colori, bianco e nero, si dispongono in triade gerarchica, o trinità mentre i complementari appaiono isolati: un nodo bianco la vita due nodi bianchi l’amore tre nodi bianchi Dio, il Paradiso, il bene un nodo rosso due nodi rossi tre nodi rossi un nodo azzurro due nodi azzurri tre nodi azzurri il sangue la riproduzione le stelle un nodo nero la morte due nodi neri la guerra tre nodi neri il diavolo, l’inferno, il male un nodo giallo il fiore due nodi gialli il frutto tre nodi gialli il sole l’aria un nodo verde la terra, la pianta, l’albero l’acqua, il fiume, il lago, la pioggia un nodo arancione il fuoco il cielo un nodo viola la luna Da il « Cuerpo de Giulia-no » di J. Eielson.

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