Berzeviczy Albert: La guerra italiana del 1859 e la sorte dell'Ungheria - dalla Nuova Antologia (Roma, 1930)

IV ( 0^ • ^ ^ Napoleone III amava ostentare qualche volta il carattere enig­matico della sua personalità con azioni e con dichiarazioni inaspettate e sorprendenti. Così fece il giorno di capo d’anno del 1859, ricevendo come di solito, il Corpo diplomatico. Dopo aver risposto con brevi e formali parole agli auguri del nunzio apostolico, l’Imperatore si ri­volse aH’improwiso all’ambasciatore d’Austria, barone Hübner, colle seguenti parole: « Mi dispiace che i nostri rapporti non sono buoni come vorrei, ma la prego di scrivere a Vienna che i miei sentimenti personali per l’Imperatore sono sempre gli stessi ». Queste parole fu­rono pronunciate — almeno questa fu l’impressione dell’ambascia­tore d’Austria — con una certa bonarietà, e l’Imperatore dei Fran­cesi fece in seguito di tutto per smorzarne il senso acre. Però dati i precedenti, e tenuto conto delle circostanze in cui la dichiarazione venne fatta, le parole di Napoleone destarono profonda impressione in tutta Europa, e dalla pubblica opinione vennero interpretate come l’annuncio di una guerra, nella quale l’Austria si sarebbe trovata im­pegnata anche contro la Francia. Alla Borsa i corsi precipitavano senza ritegno. Tutti erano sicuri che la guerra doveva scoppiare. Anche nei circoli di Corte non si par­lava di altro che della guerra imminente. Napoleone stesso si era af­frettalo a rimediare al suo atto sconsiderato ed a diminuire la portata della sua dichiarazione. Fece pubblicare delle spiegazioni, dei com­menti; colmò di attenzioni e di cortesie l’ambasciatore barone Hübner, il quale segnò nel suo diario le seguenti ironiche parole: O vanitas vanitatum! O farceurs que nous sommes tous! L’Austria poi si af­frettò a dichiarare che non intendeva invadere la Serbia, per non dare motivo a conflitti. Ma questa volta erano proprio i dubitanti, quelli che avevano ragione; perché in seguito alle precedenti tratta­tive di Plombières, il 18 gennaio venne firmata a Torino la conven­zione militare definitiva tra il Piemonte e la Francia, e poco dopo il « principe rosso », Girolamo Napoleone, sposava la figlia del Re di Piemonte.

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